Cannabis in Italia: come viene utilizzata nel campo tessile

Redazione

Da abbigliamenti sportivi, a vestiti, fino a borse. La Cannabis in Italia viene spesso utilizzata per dar vita ad abiti più resistenti e nel rispetto della natura. Una pratica che era, però, già largamente diffusa anche in passato, con lo svilupparsi del commercio

Utilizzata per realizzare mix di tessuti, la Cannabis in Italia è diventato uno degli elementi più utilizzati nell’industria tessile. Dalla cannabis legale è possibile, infatti, realizzare fibre tessili per produrre magliette, vestiti, borse e persino indumenti invernali. Una nuova riscoperta, sebbene l’utilizzo della cannabis light era già molto diffuso fin dall’antichità. Dapprima in Oriente quando Giappone e Cina, nel primo millennio, producevano carte e tessuti di Cannabis light. In Europa non solo l’Inghilterra produsse coltivazioni fin dal 15° secolo, ma in Italia divenne una consuetudine realizzare cordame, vele e indumenti con lo svilupparsi delle repubbliche marinare e la diffusione del commercio. L’utilizzo della marijuana legale in Italia rimase molto utilizzata, ma con il proibizionismo del 1937 si ebbe un crollo quasi totale: quando con la Marijuana Tax di Roosvelt si vietò il commercio, la diffusione e coltivazioni della cannabis. Il decreto prese piede in tutti i continenti ed ebbe una durata pari a più di quarant’anni. Con il decadere delle limitazioni nel corso degli anni, ad oggi la cannabis sativa è la pianta più utilizzata per realizzare tessuti. Oggigiorno è anche facile trovarla sul web, basta scrivere cannabis legale online in Italia ed usciranno molti portali dedicati allo shop.

Cannabis light e la lavorazione più economica
Libera da principi psicoattivi, la canapa “da tiglio” (con più legnina) viene raccolta e ne vengono eliminati semi, stoppa e la parte più difficile da lavorare. Macerati e sfibrati, donano una fibra tessile incolore ma più resistente rispetto al cotone, al lino o alla lana. Inoltre, può essere anche aggiunta, anche in piccole percentuali, a mix di cotone, elasteni o alla stessa lana per rendere l’indumento resistente ma anche termo equilibrante adatto ad ogni varietà di vestiario: dagli abiti eleganti agli indumenti agonistici e per sport invernali. È così che la marijuana legale italiana è diventata uno dei materiali per gli indumenti eco green all’insegna dell’ambiente e della natura. Questo perché la fibra della marijuana light legale, può essere lavorata bene e in poche fasi, producendo una trama molto forte e robusta in grado di resistere più a lungo degli altri tessuti.

La cannabis legale viene difatti trattata meno rispetto al cotone prima di realizzare i tessuti: inoltre non richiede molti pesticidi e/o prodotti fertilizzati durante la sua crescita. Un dettaglio che viene preso in considerazione dalle industrie come un grosso un dispendio economico, anzi: la cannabis legale in Italia è in grado di essere nuovamente trapiantata senza ulteriori trattamenti e rifacendo lo stesso ciclo di crescita senza cali di produzione. Un lavoro meno industrializzato, stoffe più efficaci, eludono ulteriore inquinamento per ciò che concerne l’ambiente e migliora di gran lunga anche l’economia.

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