Idrogeno come energia rinnovabile, conviene?

Redazione

Idrogeno come energia rinnovabile, conviene davvero?

Non c’è dubbio che nei prossimi decenni avremo su questo piccolo pianeta un paio di problemi di portata gigantesca. Il primo è dovuto alla crescita esponenziale, smisurata, della popolazione, soprattutto in regioni che credevamo non fossero soggette a quest’incremento in maniera così drammatica, come l’Africa.

Il secondo problema sarà quello dell’energia. Se continuiamo ad avere fonti di energia di derivazione fossile, come carbone e metano, si prevede un futuro molto drammatico per questo atomo della galassia. L’aria diventerà progressivamente irrespirabile, e le percentuali di anidride carbonica nell’aria e di altri gas tossici, saranno superiori alle percentuali che il nostro corpo può assimilare con tranquillità.

Lo sentivamo come un problema lontano; poi il clima ha cominciato a cambiare, il surriscaldamento del pianeta ha cominciato a farsi sentire in maniera insistente, e ora cerchiamo le contromisure in maniera spesso disorganica e comunque intempestiva. Non è facile fare i conti con processi che ci troviamo ad affrontare in maniera così drammatica, quando già stanno producendo degli effetti importanti, e in negativo ovviamente.

La nostra capacità previsionale è evidentemente ancora scarsa, e ancor più scarsa è la volontà di affrontare certe questioni in maniera razionale e intelligente. Programmando, facendo le cose prima, non aspettando troppo tempo insomma. Alla fin fine è un problema di intelligenza, inteso nel senso primigenio del termine: capire. Non riusciamo a capire che i nostri figli e i nostri nipoti rischiano di vivere malissimo.

Ci preoccupiamo solo quando vediamo i reportage da Pechino, con la gente che cammina con le mascherine antismog perfino nei parchi pubblici. Quindi ci vogliono soluzioni alternative, soprattutto nel campo dell’energia. Un buon filone intrapreso è quello delle energie rinnovabili, che sono solite produrre inquinamento zero o vicino allo zero, e comunque infinitamente meno delle energie convenzionali che citavamo prima.

Le energie rinnovabili sono quelle che, in sostanza, si rinnovano con continuità, in tempi brevi e brevissimi. Quelle che derivano dal sole, dal vento, dal mare stesso, ad esempio. Sono contraddistinte per queste ragioni da un’estrema naturalità e da una certa semplicità di produzione. Anche se quest’ultimo aspetto, ovviamente, dipende dal tipo di energia: fotovoltaico, eolico, biomasse e così via; ognuna di queste modalità di produzione di energia ha una propria intrinseca complessità, più o meno evidente.

Ma ultimamente si pone un problema, ancora non sufficientemente studiato a livello scientifico, e tuttavia presente. Qual è la prospettiva per l’elemento più abbondante presente nell’universo? Qual è la prospettiva per l’idrogeno? Si può produrre energia con questo elemento, e soprattutto conviene?

La prima grossa questione per quel che riguarda l’idrogeno, è che si tratta di una fonte di energia secondaria, vale a dire che non si trova allo stato puro in natura, ma è frutto di una trasformazione. Il metano, ad esempio, è una fonte di energia primaria. L’idrogeno lo si può ottenere operando una scomposizione, la scomposizione della molecola dell’acqua, ad esempio.

Il problema è che, al momento, l’operazione della scomposizione richiede una quantità di energia non indifferente. Se noi estraiamo l’idrogeno dall’acqua, la quantità di energia richiesta sarà superiore a quella producibile con la quantità di idrogeno estratta. Quindi non conviene.

Per estrarre l’idrogeno da una fonte di energia primaria, come il gas naturale, si ha parimenti bisogno di una certa quantità di energia, ma il bilancio energetico finale è comunque positivo. In ogni caso, c’è un ulteriore problema, che non è da poco. Al fine di produrre idrogeno dal gas naturale, sia nel processo di combustione che come materiale di scarto, si rilascia comunque un certo quantitativo di anidride carbonica.

Esistono altre modalità di estrazione dell’idrogeno in verità, comunque sembra al momento acclarato che l’idrogeno stesso non sia una fonte di energia che possa competere con le altre che vengono normalmente utilizzate.

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