Libertà di stampa, un diritto guadagnato faticosamente

Redazione

Oggi sembra “scontato” che chiunque di noi possa esprimere la propria opinione, avendo garantita la libertà di pensiero e di parola ed essendo cittadini di uno stato di diritto.

Ma naturalmente i nostri avi hanno dovuto combattere per secoli per ottenerle, come anche per vedersi garantita la libertà di stampa.

Oggi è normale leggere su un quotidiano, piuttosto che un altro, critiche contro questo o quel partito, attacchi e parole di sostegno, senza limiti.

Ma questa libertà di stampa è una conquista relativamente recente: fino al 1945 se non si era in linea col pensiero dominante, quello imposto dal partito fascista, si veniva censurati, quando non proprio processati e condannati.

Abbiamo dovuto attendere la Costituzione repubblicana per vedere cristallizzata la libertà di stampa nell’articolo 21 che così recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili”.

Naturalmente anche oggi, però, esistono dei limiti che la stessa legge fissa per quanto riguarda per esempio il  buon costume, l’ apologia di reato o la diffamazione.

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